

E tra due anni e quattro mesi saranno più tutelati nei confronti della direttiva europea 7 che, come spiega l’avvocato Ernesto Belisario, «trova applicazione anche quando la controprestazione del consumatore è costituita non dal pagamento di un prezzo ma dalla fornitura di dati personali». Non sono arrivati a tanto (o a questo minimo sindacale), ma a Menlo Park hanno quantomeno deciso di evitare equivoci sul fatto che agli utenti non viene richiesta alcuna forma di pagamento. Lo scorso dicembre il Garante italiano della Concorrenza ha ben spiegato- infliggendo al colosso una multa da dieci milioni di euro - come sulla pagina Facebook che accoglie i potenziali iscritti sarebbe stato necessario «un adeguato immediato richiamo all’attività di acquisizione e utilizzo dei dati degli utenti a fini commerciali». Qui TJ MCIntyre, presidente di Digital Rights Ireland, spiegaperché è importante esserne consapevoli per continuare a godere di prodotti e servizi che sono ormai irrinunciabili nel nostro quotidiano). Ma è anche vero che i nostri dati hanno un valore su cui si basa la quasi totalità del modello di business dei colossi digitali (vendono spazi e formati pubblicitari agli inserzionisti grazie alla loro capacità di indirizzare minuziosamente i messaggi verso utenti e gruppi di utenti di cui conoscono abitudini, scelte, preferenze, desideri, progetti, ecc. Ormai è chiaro come il concetto di gratuità di questa e delle altre piattaforme sia aleatorio: quando ci iscriviamo a Facebook (o apriamo una casella di posta Gmail o usiamo Google Maps) non dobbiamo mettere mano al portafoglio e non sono previsti pagamenti per sbloccare funzioni aggiuntive durante l’utilizzo, mai.


Non è bastato, pare: a quanto risulta, Facebook è intervenuto sulla homepage anche per venire incontro alle perplessità dei regolatori. Se Facebook si professa gratuito, come fa a incassare 55 miliardi di dollari all’anno? «Senatore, noi vendiamo pubblicità», aveva replicato a caldo Mark Zuckerberg al repubblicano Orrin Hatch. Negli ultimi turbolenti due e mezzo, è stata oggetto di richieste di chiarimenti da parte delle autorità di mezzo mondo. Perché, allora, fare una modifica così rilevante? Lecito chiederselo, visto che la frase troneggiava da dieci anni sotto il marchio della piattaforma. Ok: nessuno ci chiederà di pagare per usare il social, adesso e negli anni a venire, sostengono. Le persone potranno sempre connettersi a Facebook gratuitamente», ha commentato al Corriere un portavoce dell’azienda. «Aggiorniamo regolarmente i nostri prodotti, comprese le landing page di Facebook.
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La modifica risale a inizio agosto e coinvolge sia la versione americana sia quella europea (in inglese è passata da «It’s free and always will be» a «It’s quick and easy»). Not as good as OBDStar key master DP PLUS for keys and odometer but has many better functions like programming and calibrations.Įdit by obd2diy.Andiamo con ordine: in pochi se ne saranno accorti, ma è sufficiente visitare da desktop la homepage del social network da 2,4 miliardi di utenti senza essere loggati per rendersi conto che il sottotitolo è cambiato: al posto di «Facebook è gratis e lo sarà sempre» adesso c’è scritto «È veloce e semplice».
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Mercedes software still has bugs for odometer correction. Only tested on 2012 Scirocco 2.0 TSi and 2014 Audi A5 2.0T. This 2018 version has the same software versions as the 2015 version except that has updated software for VAG and BMW/Mini which is from the VVDI software. Some users said FVDI 2014 even works better in key programming.į vdi 2014 vs Fvdi 2015 vs Fvdi 2018: Version !AcZx1Zra!Z4iiH_DZnMGoiDH8PbmY30Zv1HK7u7C9qgaLktcoiXEīut functions, FVDI 2014 and FVDI 2015 are the same. !xtlBSDrR!3xeAs2TJe9kZlHZAne891aZIV1_9yiUIonXL2AH0W0s !3BxWQYJR!xV3dDkp6xsPRaHBqUwsHPnicTCPwGW5Hl1IRLyLCbo0Ĭlone FVDI Full 2015 V6.3 software download: !KRBzVIrD!uE0ZGjYAbTv0sEZPQjLN0jejex_yI0IF9R3Wad21f7g
